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al testo di Virginia Russo
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Guardo attraverso l’intercapedine della mia vita, la sbircio, un colpo d’occhio e sfuggo, poi riapro gli occhi…ci sono pagine sparse, righe sui fogli, i riassunti che non ho scritto… un panta rei si porta via il sogno ,il sarò, come se fosse maceria ma invece è ancora tutto intatto, ed era li per me ed io ottusa e pigra…allora il fiume esisteva davvero? tutti continuano il passo frenetico ma tu sei uscito ormai da quell’equilibrio convulso, riafferri la coscienza di te stesso e riparti, faticosamente, in quel meccanico scorrere. |
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